Tutto cominciò da Anteo Vitali, questo fornaio era un amico di mio padre e suo padre era amico di mio nonno Nazzareno. All’epoca tra gli amici ci si aiutava ed era la parola che contava tra la gente; non c’era bisogno di notai o avvocati. Il forno si chiamava Forno Vitali, era di due fratelli Anteo e Osvaldo e l’era in tla piazza dle verdur (piazza San Domenico). Il primo giorno mi portò la Rina che disse a uno dei fratelli:
“Anteo se el fa arabì dai do schiafon che quand el ven a chesa ai ne dagh n’antre do me”, e mi lasciò.
Arrivò finalmente il momento di apprendere qualche cosa del mestiere di fornaio. Tre mesi dopo Anteo mi chiese: ≪Maurizio domattina puoi arrivare prima perché Luciano sta male, così ci aiuti a fare il pane?≫. ≪A che ora devo arrivare?≫, risposi. E lui: ≪Verso le due, due e mezza≫. Voi non potete capire la mia soddisfazione.